Da Kolbe a papa Francesco: una povertà per l’uomo

9 Maggio 2015
La povertà come rinuncia e distacco dalle cose e dagli affetti, la povertà come “capitale” e la povertà come categoria teologica sono state le principali direttrici attraverso le quali si è sviluppato il convegno organizzato, sabato, dalla Cattedra Kolbiana della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” Seraphicum.
"Da Kolbe a papa Francesco: una povertà per l’uomo" è stato l’argomento scelto per questo appuntamento giunto alla sesta edizione e che, ogni anno, analizza una tematica della spiritualità kolbiana, concentrandosi quest’anno sulla povertà, elemento peraltro caratterizzante il pontificato di papa Francesco.

Ad accompagnare su questo percorso di fede e di coerenza sono stati invitati da fra Raffaele Di Muro, direttore della Cattedra Kolbiana, p. Jesus Manuel Garcia - direttore dell’Istituto di Spiritualità della Pontificia Università Salesiana, p. Massimo Vedova - docente di Spiritualità al Seraphicum e all’Antonianum, monsignor Giovanni D’Ercole - vescovo di Ascoli Piceno, moderati da Anna Maria Calzolaro.
"Una giornata di riflessioni che intendono guardare oltre perché - ha detto il Preside fra Domenico Paoletti nelle conclusioni - un convegno non si chiude, se si chiude significa che è una semplice parentesi senza incidere sulla realtà. Per questo il nostro convegno non si chiude ma resta aperto a ulteriori approfondimenti provocandoci a riflettere per imparare".

Alcuni brani video degli interventi:




Santa Teresa d’Avila. Il ruolo della povertà nella santità cristiana (J. M. Garcia)




Le Niepokalanów kolbiane (Massimo Vedova OFMConv)

 
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