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Dante Alighieri e i Francescani

Pubblicata il:  9 Luglio 2021



Dante Alighieri sui passi di san Francesco d’Assisi? L’ipotesi che il Sommo Poeta fosse terziario francescano è affrontata in San Bonaventura informa da fra Felice Autieri che ricostruisce studi e ricerche compiuti nel tempo in merito al rapporto di Dante con il mondo francescano.
«Come a tutti noto, ricorre questo anno l’ottavo centenario della morte di Dante Alighieri (+1321), i cui rapporti con il mondo francescano furono particolarmente forti. Infatti diverse biografie hanno sostenuto che l’Alighieri avesse abbracciato la vita religiosa francescana, altri che sarebbe stato terziario francescano. Sebbene il primo filone oggi è sostanzialmente giudicato storicamente falso, l’altro è ritenuto invece molto probabile, pertanto l’obiettivo di questo articolo è di soffermarci in particolar modo sulla veridicità di Dante terziario francescano.
A sostegno del filone storiografico che sosteneva la sua appartenenza all’Ordine francescano secolare, potremmo partire da ciò che Dante, oltre alla “corda intorno cinta”, dichiarò:

 
Io fui uomo d’arme e poi fui cordigliero
Credendomi, si cinto, fare ammenda
E certo il credere mio venia intero (Inferno, XXVII, v. 66)
 
In realtà i diversi autori, pur avendo chiaro lo stato religioso che configura chi emette la professione della Regola, utilizzarono come sinonimi i termini di oblato, cordigero e di terziario francescano. Ebbene se l’oblato e il cordigero indicavano uno status specifico di chi viveva in convento senza aver emesso alcuna professione  religiosa, altro era il terziario francescano che emetteva una vera e propria professione della Regola pur rimanendo nello stato laicale.
Tuttavia l’ipotesi che fosse un terziario è stata esclusa con certezza per il periodo fiorentino ma non per quello dell’esilio, perché il suo nome non compare negli elenchi giunti fino a noi dei terziari che avessero professato la Regola a quel tempo a Firenze.
La non conoscenza dei termini, in passato ha indotto una buona parte degli studiosi a confondere l’appartenenza all’Ordine francescano secolare con l’Ordine dei Minori. Infatti diversi studiosi dichiararono che Dante fosse stato frate minore che avesse abbandonato l’Ordine minoritico, forse durante il noviziato. Ebbene questa corrente di pensiero sostanzialmente si sviluppò ad opera di uno dei primi studiosi dell’Alighieri, il Francesco di Bartolo da Buti (+1406). Questi, da docente dell’università di Pisa, tenne la cattedra di studi danteschi, fu autore di un commento terminato verso il 1380, il primo redatto in volgare ed esteso all’intera Commedia. Ebbene, commentando nel canto dell’Inferno la corda che Dante si slacciò dai lombi, sostenne che fosse stato novizio francescano senza professare i voti per aver lasciato l’Ordine minoritico:

 
Io, cioè Dante, avea una corda intorno cincta,
e con essa pensai alcuna volta
prendere la lonza e la pelle dipinta (Inferno, XVI, vv. 105-108)
 
In realtà l’ipotesi che fosse stato addirittura un novizio dell’Ordine, sembra frutto delle congetture del commentatore, che collegò la “corda” del testo dantesco con il cingolo indossato dai francescani». (F.A.)

 
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