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La Regola non bollata nell’VIII centenario

Pubblicata il:  6 Maggio 2021



La Regola non bollata nell’VIII centenario della redazione finale è il tema proposto da fra Emil Kumka, docente di Francescanesimo, nella rubrica “Vita francescana” di San Bonaventura informa.
 
«“La regola e la vita di questi fratelli è la seguente … seguire l’insegnamento e le orme del Signore nostro Gesù Cristo…” (RegNB I,1), Francesco esordendo con queste parole focalizza il nucleo dell’essere di ogni frate della sua famiglia, la meta d’arrivo e lo specchio della loro cristiformità. La sequela di Cristo descrive bene sia la dinamicità che dovrebbe caratterizzare la vita minoritica, sia il processo storico-esperienziale della composizione e redazione finale del testo della Regola non bollata.

Gli anni tra il 1209 e il 1221 furono testimoni della crescita numerica e qualitativa della primitiva fraternità, e con ciò, anche dell’impellente bisogno di norme precise nei comportamenti. Francesco fu, e si rivela fino ad oggi, una persona molto concreta, empirica, che riuscì a tradurre il Vangelo al linguaggio, alla società, cultura e religiosità dell’epoca in cui visse.

Il Santo Fondatore non fu ideologo sconnesso dalla realtà umana, e dunque seppe che i frati necessitavano d’avere indicazioni derivanti proprio dall’esperienza.

Nello scritto Primordi o fondazione dell’Ordine (De inceptione Ordinis) è stata trasmessa questa notizia: “Santo Francesco rivolgeva ai presenti ammonizioni, riprensioni e precetti, come gli sembrava opportuno, dopo aver consultato il Signore. E tutte le cose che esprimeva loro a parole, prima di tutto le compiva lui stesso e le faceva vedere con affettuosa sollecitudine”. (Anper 37)

“Per Pentecoste tutti i frati si riunivano a capitolo presso la chiesa di Santa Maria della Porziuncola. Vi si trattava come osservare meglio la Regola, si stabilivano i frati che andassero a predicare nelle diverse province e quali frati si dovessero assegnare a tali province”. (Anper 37) Il documento testimonia inoltre la redazione graduale e comunitaria del testo, che oggi chiamiamo la Regola non bollata.

Il segno caratteristico della fraternità di allora fu proprio il forte senso di partecipazione e di condivisione, dicendolo con il linguaggio moderno e giuridico, la collegialità nell’individuare le soluzioni alle problematiche che la vita quotidiana dei frati nel mondo poneva come una sfida nella testimonianza del Vangelo e, conseguentemente, nella sequela di Cristo». (E.K.)

 
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