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Parola e silenzio: fondamenti per un corretto giornalismo

Pubblicata il:  11 Agosto 2021



Nel cuore di questa estate particolarmente calda a chi, mentre è a lavoro o in vacanza, è sfuggito di informarsi? Farne a meno vorrebbe dire alienarsi. Tuttavia, con la canicola incipiente che costringe alla riflessione e il silenzio, può sembrare che l’esigenza di tranquillità e riposo contrastino con il fiume di parole con cui sovente è accompagnata l’informazione.

Questa sensazione porta al cuore di una delle molteplici questioni della relazione tra etica e giornalismo. Possono essere, di fatto, conciliati il silenzio e la parola? Il loro equilibrio è importante per un giornalista?  Evidentemente si, il silenzio aiuta ad ascoltare prima di comunicare e a conoscere e rispettare prima di informare, e proprio questi atteggiamenti rendono le notizie libere da sovrastrutture personali e ideologiche. È un dovere per il giornalista e un diritto per il fruitore.

Il rispetto della verità e il rispetto dell’altro, che maturano nel silenzio e nella riflessione, sono regole fondamentali per un giornalismo attento alle istanze etiche.
 
Questo è uno degli aspetti che, da novembre prossimo con rigore scientifico e confronto aperto e costruttivo, saranno affrontati nel Corso di Alta formazione “Giornalismo e etica” presso la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura-Seraphicum di Roma.

Alfonso D’Alessio
 
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