NEWS:
Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno

Pubblicata il:  11 Giugno 2021



Prosegue la lettura del Padre Nostro, dalla fine al principio, a cura di fra Emanuele Rimoli. Si può accedere alle precedenti uscite (dal n. 93 di ottobre 2020) dalla sezione Archivio del mensile.

«È comune che i Padri trattino assieme queste due invocazioni – le prime del Padrenostro – o le illustrino come appaiate. Il motivo di questa scelta è detto da Massimo il confessore: “Le espressioni della preghiera alludono al Padre, al Nome del Padre e al Regno del Padre, perché fin dal principio impariamo a invocare, a venerare e ad adorare la Trinità una. Infatti, il Nome di Dio e Padre, che sussiste nella sua essenza, è il Figlio unigenito, mentre il Regno di Dio e Padre, che ugualmente sussiste nella sua essenza, è lo Spirito Santo”.

Cioè tutto quello che di più fontale e intimo si può scoprire di Dio, fa riferimento al suo modo di vivere che è costitutivamente relazionale. In effetti è possibile gustare la paternità di Dio solo in una prospettiva trinitaria, cioè nella comunione/fraternità poiché, essendo questa opera dello Spirito santo, riflette l’umanità di Cristo e permette di accedere al modo con cui Dio stesso si rapporta.

Perciò dire Sia santificato il tuo nome si può tradurre: “nel gustare l’amore senza rivendicazioni né verso Dio né sopra gli altri, il nome del Padre è santificato, il volto del Figlio risplende (poiché la paternità di Dio è stata rivelata nella sua umanità), il nostro volto di figli e fratelli è rivelato” (è l’opera dello Spirito).

Dal canto suo, dire Venga il tuo regno si può intendere: “la verità della nostra appartenenza al Padre si rivela nel non ritenere nulla superiore alle persone o che ci separi dalla comunione tra le persone” (ecco la chiesa, la comunione fraterna, la riconciliazione…).

Vita viva. Un’altra apertura approfittando di un motivo ricorrente nei commenti dei padri. Quando diciamo Sia santificato e Venga il regno è forse perché il nome non è santificato e il Signore non regna? La risposta di Cromazio di Aquileia (fine IV sec.) le sintetizza tutte: “Non significa che le nostre preghiere santificano il Signore, che è sempre santo; ma chiediamo che il suo nome sia santificato in noi, affinché, santificati nel suo battesimo perseveriamo in ciò che abbiamo cominciato a essere […]. Venga il tuo regno, chiediamo che venga il nostro regno, quello che ci è stato promesso da Dio e che la passione e il sangue di Cristo ci ha ottenuto”. Dunque la dinamica a cui Cromazio fa riferimento è l’invocazione (sia santificato, venga) che tutto ciò che ci è stato donato resti vivo e cresca, permei tutta l’esistenza degli uomini e si manifesti attraverso la creatività e singolarità di ognuno». (E.R.)

 
Condividi questo articolo